Vivi con CantinArte l’esperienza di una vista ad una cantina storica
La Dimora dell’Arte è un luogo vivo e attivo, non solo nell’accoglienza turistica ma anche nella produzione di pregiati vini naturali, infatti ospita anche i locali produttivi dell’azienda agricola CantinArte.
Un vero percorso nel tempo e nello spazio tra antiche botti, moderne anfore, barrique, serbatoi, tini e bottiglie. Grazie alla vista potrete ammirare tre spazi ben distinti, destinati alla lavorazione delle uve: spremitura, fermentazione, imbottigliamento ed affinamento.
In base ai periodi dell’anno, sarà possibile osservare le varie fasi produttive in corso ed i vini migliori in affinamento, nel più pregiato dei tre spazi: le Cantine del Generale.
Le Cantine del Generale
La costruzione delle cantine del Generale, risale al ‘700. Tra l’800 e la seconda metà del ‘900 è stata la cantina della storica famiglia navellese Santucci in particolare del Generale Medico Stefano Santucci che amava trascorrere le sue vacanze nel borgo di Navelli e godere delle delizie enogastronomiche della Piana di Navelli e di Capestrano.
Come nella maggior parte delle antiche cantine, il microclima è perfetto per la conservazione del vino e di altre specialità enogastronomiche per questo CantinArte ha destinato il locale all’affinamento delle annate più pregiate.
Il Generale Stefano Santucci
Stefano Santucci (1880-1960) era generale medico oculista. Aveva sposato una gran dama napoletana, Clelia De Nicola, cugina di Enrico, il primo presidente della repubblica italiana.
Il generale abitava a Roma, di fronte a Villa Torlonia, ed esercitava in casa la professione di oculista, inoltre possedeva una tenuta agricola a Capestrano. A Navelli trascorreva l'estate, nella casa di famiglia dove è sita la cantina (che abbiamo restaurato).
Come ufficiale medico Santucci partecipò alla Grande Guerra e alla Campagna d’Etiopia, e venne decorato con la medaglia d’oro al valor militare, oltre alle altre decorazioni che un buon generale deve avere.
Fumava il sigaro toscano, e la casa era impregnata dell’odore dei suoi sigari, misto a quello di medicinali e di acqua di colonia. Il Generale era una persona riservata e distinta che amava molto i cavalli. La sua carrozza fu donata al comune di Navelli che la usò a lungo per processioni, cortei e feste del paese.
Creò il Boschetto Santucci sulle pendici nord del colle di San Nicola, il boschetto fu poi valorizzato con fatica e spese dal nipote Girolamo che nelle sue ferie navellesi lo trasformò in un
piccolo parco e ne fece dono alla popolazione di Navelli, che vi tenne la Sagra dei Ceci fino al 2007, quando venne devastato da un incendio.